
L’eclettismo di Mario Sironi
“Avete un grande artista, forse il più grande del momento e non ve ne rendete conto”. Così si esprimeva Picasso riferendosi a Mario Sironi (Sassari 1896 – Milano 1961).
Dal 16 settembre al 9 dicembre, circa 200 sue opere, realizzate tra il 1913 e 1924, saranno esposte a Pordenone, nelle sale della Galleria Harry Bertoia, al civico 60 di Corso Vittorio Emanuele.
La mostra – curata da Fabio Benzi e frutto della collaborazione con l’Associazione Mario Sironi e con alcuni tra i maggiori musei italiani, tra cui la Galleria Nazionale di Roma il Guggenheim di Venezia – parte dall’adesione al movimento futurista, attraversa il travagliato periodo della Grande Guerra, coglie l’incrocio tra Futurismo e sperimentazione Metafisica e arriva al “Ritorno all’ordine” classicista in seno al “Novecento Italiano”, tra 1920 e 1924. Un periodo storico del quale Sironi seppe esprimere artisticamente tensioni, ideali e travagli, illusioni rivoluzionarie e disillusioni rovinose.
Tra i lavori in esposizione, anche l’Architetto, (esposto alla Biennale di Venezia del 1924), il primo Paesaggio urbano (esposto nel 1920) e Solitudine del 1925, (esposto alla Prima Mostra del Novecento Italiano).
“Mario Sironi. Dal Futurismo al Classicismo1913-1924” Galleria Harry Bertoia – Palazzo Spelladi – Pordenone fino al 9 dicembre 2018
Credits: Mario Sironi Periferia, 1921, Collezione privata. Foto: F. Ferri _ By Siae 2018
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