
Le sedie-scultura di Carla
Finalmente l’ho conosciuta, Carla Tolomeo, l’artista delle sedie strane, come una volta vennero definite le sue opere da una bambina che – ignara o irriverente – si era distesa sopra ad una di queste.
Un look alla Marta Marzotto, un entusiasmo contagioso, una raffinata eleganza di ispirazione giapponese, Carla riesce a trasformare le sedie in totem, in un guizzo di pesci, farfalle o pappagalli, in un fiore dalle dimensioni smisurate oppure in un abbraccio di altre figure faunesche. Le sue Sedie-Scultura diventano qualcosa di magico, che rimanda all’infanzia, a quando ognuno di noi, con i pastelli Giotto, quelli piccolini nella confezione da sei, coloravamo tutto ciò che ci capitava sotto mano.
“Perché sedie, sempre sedie, solo sedie? Forse – ammette l’artista di origini piemontesi (nella foto a sinistra) – perché nascondono un peccato; e magari lo evocano. La sedia per me è un ritratto, e può diventare persino un autoritratto.” E poi c’è anche una sorta di giocosa provocazione, partendo proprio dal più banale e domestico elemento d’arredo. La sedia, grazie a Carla, acquista nuova forma, nuova dignità e si trasforma in oggetto d’arte.
A Cortina, abbiamo ammirato i suoi lavori negli spazi espositivi della Galleria Contini, nel corso di un evento, proposto in collaborazione con Veneziaeventi. Se passate per la conca ampezzana, vale davvero la pena andarli a vedere. Non sedetevi sopra però! (Paolo Brinis)
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