
Inglese: opere senza macchia
Abbiamo conosciuto Giuseppe Inglese, classe 1978, nato a Rivoli in provincia di Torino, appassionato di filosofia, in occasione della sua personale negli spazi espositivi di Vecchiato arte, in pieno centro storico a Padova.
Le sue sculture sono semplici e leggere, frutto di una tecnica e di un lavoro paziente e certosino, che segue un “filo” conduttore, rigorosamente in acciaio inox, intrecciato a mano, che porta in vita uomini, donne, bambini, animali ( bellissime e leggiadre le farfalle) che diventano scheletri, o ancor meglio anime sospese.
Inglese non trovava più soddisfazione nella pittura e in quell’assenza di profondità tridimensionale. Il suo percorso artistico lo ha così portato – dal 2012 ad oggi – ad una scultura diversa, leggera, in equilibrio con lo spazio e il vuoto, una scultura che acquisisce senso e valore attraverso la manipolazione di metalli luminescenti, che caratterizza la produzione odierna.
L’ispirazione – anche nella scelta dei soggetti – nasce dai sogni dell’artista e dalla sua infanzia. Di qui quelle figure, di donna o di bambino, che possono portare il visitatore a rivivere – lui stesso, in prima persona – i propri di ricordi.
Le sculture di Inglese ambiscono ad essere sogni in libertà, nella luce e nella sospensione di un mondo senza tempo, senza materia, senza macchia alcuna (la mostra padovana si intitola proprio “Unspotted”), null’altro che poesia che possa portare dalla realtà ad un mondo ideale. In bocca al lupo Giuseppe! (P.B.)
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